RTN, STN, E BLEACHING O SBIANCAMENTO DEI CORALLI
RTN, STN, E BLEACHING O SBIANCAMENTO DEI CORALLI
Uno dei problemi più comuni che molti appassionati di barriera incontrano nella gestione della propria vasca
è la necrosi rapida dei tessuti RTN (Rapid Tissue Necrosis); la necrosi dei tessuti lenta STN (Slow Tissue
Necrosis) e lo sbiancamento (Coral bleaching). In genere, questi fenomeni si osservano sui coralli SPS (Small
Polyp Stony) essendo i coralli più soggetti sono anche i più delicati come il genere Acropora, Pocillopora,
Stylophora; meno frequente sul genere montipora, tra quelli citati risulta il più resistente. Seppur più resistenti
questo fenomeno lo si può notare anche sui coralli LPS (Large Polyp Stony), le cause sono comunque da
ricondursi ad elementi comuni.
RTN e STN
L’ RTN (Rapid Tissue Necrosis), ovvero la necrosi rapida dei tessuti è quando avviene il distacco a lembi del
tessuto connettivo del corallo dal suo scheletro calcareo. Questa necrosi una volta iniziata progredisce molto
rapidamente, una colonia di grandi dimensioni può perdere tutto il tessuto in meno di 24 ore portando così
l’animale alla morte.
L’ STN (Slow Tissue Necrosis), necrosi lenta dei tessuti avviene molto più lentamente dell’RTN, si manifesta
nello stesso modo ma con tempi decisamente più lunghi, la morte del corallo potrebbe avvenire dopo settimane
o addirittura dopo mesi. In questo caso la perdita del tessuto dell’animale non avviene con il distacco dei lembi
di tessuto, ma si nota una lenta ma progressiva regressione del tessuto lasciando l’animale con lo scheletro
calcareo bianco e morto.
(Coralli colpiti da RTN; Foto di Jacopo Di Muro e Gian Snow)
PERCHÉ SI È VERIFICA LA NECROSI DEI TESSUTI
Sia l'RTN del corallo che l'STN sono causati da un'infezione del tessuto e dello scheletro del corallo da parte
di protozoi microscopici classificati come parassiti. Questi protozoi sono una famiglia di organismi microscopici
unicellulari visibili solo al microscopio; sono presenti nella colonna d'acqua, all'interno del tessuto e dello
scheletro del corallo. Nel 2018, il dottor Ara Deukmedjian ha eseguito una serie di esperimenti dimostrando
che questi protozoi sono la causa dell’RTN e STN dei coralli, gli esperimenti hanno avuto lo scopo di coltivare
e infettare campioni di corallo sani con i protozoi, il risultato ha portato alla conclusione che in tutti i casi dove
il corallo aggredito dai protozoi ha sempre portato fatto scaturire la malattia l’RTN, STN con la conseguente
necrosi e morte.
Sebbene vi siano molte variabili che possono causare necrosi e l’induzione di stress al corallo, cercheremo di
trattare i fattori più comuni.
Sbalzo di alcalinità.
Lo sbalzo di alcalinità (KH), può avvenire in alcune situazioni indotte dall’acquariofilo:
1) Nuovo inserimento in Vasca
I coralli selvatici, coltivati o di importazione sono vulnerabili alle fluttuazioni di alcalinità questo è dovuto alle
lunghe ore di trasporto per arrivare nei centri d’importazione. Qui Non sempre l’acclimatazione viene
correttamente condotta e successivamente anche nei negozi molto spesso si vedono disponibili alla vendita,
coralli molto stressati, privi di colore e molto sbiaditi. Per questo motivo l’introduzione in vasca dei nuovi coralli
necessita di un periodo di acclimatazione attento. Tale acclimatazione anderebbe eseguita in modo molto
graduale, per abituare l’animale ai nuovi valori di alcalinità; preferibilmente andrebbe condotta con metodo
goccia a goccia per un periodo di alcune ore. Dopo l’inserimento in vasca il nostro corallo va posizionato in
una zona della vasca con una corrente dolce ma alternata, ed una esposizione alla luce il meno diretta
possibile. Queste condizioni andrebbero mantenute sino a quando, osservando il corallo si vedrà uno stato
generale di salute percepito dallo spolipamento e lo spessore del tessuto, visivamente dovrà avere un tessuto
carnoso e colorato.
2) Sostituzione del sale utilizzato nei cambi d'acqua.
I diversi marchi di sale possono avere un’alcalinità diversa anche di svariati punti, questo può alterare
l'alcalinità nell’ambiente. È molto importante essere a conoscenza del livello di KH del sale utilizzato e regolarlo
a seconda del valore della vasca.
3) Integrazioni manuali.
Per questo motivo, è meglio controllare regolarmente e assicurarsi che l’alcalinità sia stabile con pochissime
fluttuazioni. Il dosaggio manuale richiede test costanti e può creare livelli di KH molto irregolari, quindi il modo
migliore per l’integrazione è l’utilizzo di una pompa dosometrica. Queste pompe assicurano la giusta quantità
d’integrazione ogni giorno per mantenere il livello del KH costante. È importante notare, tuttavia, che anche
con l’utilizzo di pompe dosometriche anche molto precise, è comunque necessario controllare regolarmente
l’alcalinità, con la crescita dei coralli, il consumo è proporzionale; testare e garantire un'alcalinità stabile aiuterà
ad eliminare ogni possibilità di necrosi a seguito di improvvisi cambiamenti.
(Corallo Colpito da STN; Foto di Matteo Zucco)
Variazioni di salinità
Un'altra causa della necrosi dei tessuti è un cambiamento improvviso e repentino della salinità. La salinità è
indubbiamente la caratteristica più nota dell’acqua marina e anche una tra quelle che maggiormente
condizionano la vita degli organismi. Mediamente in natura è del 35‰, ovvero 35 g di sale per 1 kg d’acqua,
ma in mari chiusi o semichiusi dove l’evaporazione è maggiore rispetto agli apporti di acqua dolce, che avviene
attraverso i fiumi e le precipitazioni meteoriche, i sali si concentrano e la salinità aumenta. È il caso, ad
esempio, del Mar Rosso, dove il clima arido delle zone circostanti e la scarsità di fiumi comportano una salinità
media del 42‰.
Nelle nostre vasche, ciò si può verificare quando si eseguono cambi d'acqua senza preventivamente
controllare la corretta percentuale di salinità. L'uso di un rifrattometro è il modo migliore e più accurato per
verificare la percentuale di sali disciolti. poiché tutti gli acquari sono soggetti all’evaporazione l'acqua deve
essere reintegrata. Mentre l'acqua evapora, il sale no, quindi la salinità aumenterà al diminuire del volume
dell'acqua per evaporazione.
Recentemente con la gestione dei nostri acquari con vari sistemi Balling, abbiamo notato delle lievi e lente
variazioni. Anche in questo caso si dovrà rimuovere acqua dalla vasca e sostituirla nella stessa quantità con
acqua osmotica.
Sbalzi di temperatura
Un requisito fondamentale per i nostri acquari di barriera è la stabilità, questo fattore è indispensabile anche
per quanto riguarda la temperatura. In vasche con volumi d’acqua relativamente bassi con metodi
d’illuminazione come tubi fluorescenti o alogenuri metallici, la temperatura può aumentare drasticamente
durante il ciclo di illuminazione e raffreddarsi di notte mentre le luci sono spente, in abbinamento alle
temperature dovute ai cambi di stagione fa si che la temperatura della nostra vasca oscilli in continuazione.
Per ovviare a questo inconveniente dobbiamo prevedere, in funzione del tipo di illuminazione e condizione
ambientale un impianto di condizionamento, implementando la tecnica con riscaldatori e refrigeratori adeguati
e disponibili sul mercato.
Alimentazione
Uno dei principali aspetti per prevenire l’STN è una corretta alimentazione dei nostri coralli. In natura, i coralli
hanno sviluppato diverse strategie di alimentazione per aumentare la loro sopravvivenza in acque povere di
nutrienti denominate predazione “Autotrofa “, diretta e “Eterotrofa”. Grazie alla relazione simbiotica con un’alga
marina conosciuta col nome di zooxantella da cui ricevono la maggior parte dei loro nutrienti, l’alimentazione
avviene principalmente con luce solare, nutrienti presenti nell’acqua e dall’ossigeno. Con la predazione
autotrofa o diretta il corallo mediante i suoi polipi principalmente estroflessi durante la notte, cattura organismi
planctonici particelle alimentari microscopiche.
Nelle nostre vasche si tende a far passare il concetto errato di mantenere i valori dei nutrienti prossimi allo
zero. Una vasca “magra” cioè priva di nutrienti è la principale causa dell’STN. Il corallo nel caso in cui non trovi
sufficiente cibo, per una forma di preservazione naturale tende a far morire il tessuto vecchio partendo dalla
base favorendo i rami giovani dove sono presenti le crescite.
SBIANCAMENTO DEI CORALLI
Lo sbiancamento dei coralli (coral bleaching) è la perdita delle zooxantelle con la conseguente de
pigmentazione del corallo. Questo fenomeno avviene in natura ed è un segno tangibile della reazione a
qualche forma di stress del corallo. Nella maggior parte dei casi è dovuto a fenomeni climatici come quello
che negli ultimi anni è sempre più frequente in natura; El Niño, un aumento della temperatura climatica con il
conseguente innalzamento di alcuni gradi delle correnti oceaniche provenienti dall’Oceano Pacifico orientale.
Il riscaldamento temporaneo causa lo sbiancamento dei coralli in innumerevoli reef.
Nei nostri acquari le cause sono simili a quelli manifestate in natura; quando la temperatura dell’acqua
aumenta eccessivamente, oppure in condizioni di alta irradiazione ultravioletta o anche solo uno di questi due
fattori, le zooxantelle iniziano a produrre radicali liberi, elemento estremamente tossico per l’animale; in
risposta, il corallo le espelle facendo assumere alla struttura calcarea una colorazione pallida fino a lasciare
lo scheletro completamente bianco, da cui il termine “sbiancamento”; in assenza della principale fonte di
nutrimento, i polipi sono destinati a morire di fame.
Lo sbiancamento può avere luogo in presenza anche di altri fattori: cambiamenti nella composizione
chimica dell'acqua (grado di salinità), cambiamento della corrente (causa l'accumulo di sedimenti sul corallo),
malattie.
In seguito all’espulsione delle alghe simbiotiche, il degrado nella maggior parte dei casi è irreversibile, le
condizioni anche se ripristinate allo stato ottimale, difficilmente si potranno riformare le zooxantelle. In questa
delicata fase il corallo può avere qualche possibilità di sopravvivenza se si manterrà libero da sedimenti
presenti in vasca, infatti, la morte di un corallo colpito da sbiancamento avviene per il soffocamento dovuto ai
sedimenti che vanno ad ostruire i canali digestivi dei polipi ormai debilitati dallo stress. Il corallo in questi casi
andrà posizionato in una zona dove vi sia un buon movimento d’acqua ed il flusso sia costante ma alternato e
la luce non dovrà essere troppo aggressiva; assolutamente non diretta. Il corallo andrà alimentato direttamente
sino a quando non si inizierà a intravedersi la formazione delle nuove zooxantelle, se si ha un pò di fortuna e
parametri chimici e organolettici nella norma, il corallo nel giro di tre quattro mesi potrebbe ristabilirsi del tutto.
Corallo Colpito da Sbiancamento o bleaching; Foto di Michele Menditto e Stefano Danut Hortolomei)
PREVENZIONE E RIMEDI
Dopo aver determinato le cause, è estremamente importante non apportare ulteriori cambiamenti improvvisi.
Verrebbe spontaneo voler correggere immediatamente i valori di alcalinità, salinità o temperatura, così facendo
però si aumenterà ulteriormente le possibilità di mortalità del corallo e probabilmente si causeranno ulteriori
danni ad altre colonie presenti nella vasca. Le modifiche vanno apportate molto lentamente. In uno due giorni
per il ripristino della temperatura, tre quattro giorni per la salinità e una settimana per l'alcalinità.
Attualmente se si interviene in tempi rapidi, l’unico metodo per cercare di mitigare i danni riconducibili all’RTN
e l’STN sebbene non vi sia alcuna certezza nel salvare anche solo parzialmente il corallo è quello di tagliare
a circa due centimetri la zona affetta dall’infezione, l’incisione deve essere netta utilizzando delle tronchesi
idonee alla dimensione del ramo o della sezione da tagliare. Tutti gli strumenti utilizzati vanno preventivamente
puliti e sterilizzati.
Autore:
Massimo Ramognino