GUIDA ALLA MIA PRIMA VASCA CON IL METODO ZEOVIT

Euphyllie – parassitosi, cura, allevamento
Luglio 17, 2023
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GUIDA ALLA MIA PRIMA VASCA CON IL METODO ZEOVIT


"Questo articolo è dedicato a tutti coloro che si affacciano per la prima volta al meraviglioso mondo dell'acquario marino e non hanno né tempo, né voglia, di leggersi un paio di buoni libri sulla biologia dei mari tropicali".

Così, qualche anno fa, scrivevo all'inizio della mia "Guida al primo acquario marino", in tre parti, che ancora trovate qui sul sito di Ballingmania. Dando per scontato che, ormai, chi ha letto quella guida possa considerarsi acquariofilo a tutti gli effetti (occhio che vi prima o poi vi interrogo), proviamo a passare oltre. Proviamo a pensare a una vasca un po' più grande di quella da 90 litri di cui vi avevo parlato nella guida, e, soprattutto, più "performante". Una di quelle vasche che, se gestita bene, dà enormi soddisfazioni e suscita sperticati "ooohhh" di meraviglia da parte di amici e parenti.

NON E' UNA GESTIOINE PER PIGRI

Pronti? Okay, partiamo. Anzi no, ancora una cosa, una cosa importantissima: se siete acquariofili "pigri", di quelli che pensano che l'acquario vada avanti da solo e non hanno nessuna intenzione di perderci nemmeno un quarto d'ora al giorno, lasciate perdere. La vasca che sto per presentarvi, infatti, che poi è quella che ho messo su io da qualche mese, è un po' da "smanettoni": dovete starci dietro. Dovete curarla, osservarla, capirla, giorno per giorno: solo così otterrete i risultati sperati, ossia un giardino di coralli sps e lps da lasciare senza fiato. E poi, cosa molto importante, dovete anche trattare con vostra moglie (o vostro marito a seconda dei casi) per riservare un paio di ripiani in frigorifero ove riporre l'"occorrente", ovvero una serie di simpatiche boccette blu.

Ebbene sì, allestiremo una vasca con protocollo Zeovit, metodo che ha fatto la storia dell'acquariofilia marina da vent'anni a questa parte e che fa capo all'azienda tedesca KorallenZuch, il cui "guru" è Thomas Pohl. Sul suddetto metodo sono stati scritti...fiumi di parole, come direbbero i Jalisse, trattati di acquariofilia non sempre comprensibili al profano e che mi guarderò bene dall'invitarvi a leggere: così come la mia "Guida al primo acquario marino" era riservata "a chi non ha voglia né tempo di leggersi un paio di buoni libri sulla biologia marina tropicale", questa guida alla "vasca Zeovit" è riservata a chi non ha voglia né tempo di sorbirsi i complessi trattati del signor Pohl.

Quindi, sintetizziamo. Su cosa si basa il metodo Zeovit? Sulla riproduzione batterica. Sai che novità, diranno molti di voi, in qualsiasi acquario marino o d'acqua dolce i batteri lavorano e si riproducono. Giusto, infatti la differenza sta nel fatto che nel metodo Zeovit la proliferazione batterica è enormemente potenziata, al punto da arrivare ad avere un'acqua con i nutrienti prossimi allo zero anche in vasche super popolate. In pratica alla riproduzione dei batteri "si mette il turbo", grazie a prodotti specifici e ad accorgimenti tecnici che andremo a illustrare, in modo da ottenere una qualità dell'acqua prossima a quella naturale in cui prosperano anche gli Sps più delicati

. Ma non è tutto. Questa estrema riduzione di fosfati e nitrati implica che i coralli assumano colorazioni particolarmente affascinanti (le famose "tinte pastello" tipiche della vasche Zeovit), dovute principalmente alla diminuzione delle zooxantelle all'interno dei tessuti e all'azione delle cromoproteine; questo però significa anche che i coralli vanno nutriti a dovere per prosperare, altrimenti, con i nutrienti a zero, avrebbero vita breve. Ovviamente il buon Pohl ha tenuto conto di tutto ciò, e infatti il metodo Zeovit si divide sostanzialmente in due "linee di azione": tecnica e prodotti per ridurre i nutrienti tramite riproduzione batterica e linea di integratori / alimenti, volti a fornire ai coralli tutti gli elementi necessari per vivere felici.

ROCCE VIVE, MI RACCOMANDO

Per adottare il sistema Zeovit, io ho scelto una vasca da 90 per 50 per 50 con sump, quindi sui 200 litri netti. L'attrezzatura base è più o meno quella del berlinese: occorrono un ottimo schiumatoio, ottime plafoniere, ottime pompe di movimento ed eccellenti rocce vive. Già mi par di sentire quelli che dicono: ma come, non vanno bene le rocce sintetiche? Ormai tutti usano le rocce sintetiche... Invece no, cari miei: il sistema Zeovit prevede rocce vive, e rocce vive siano. Se poi volete fare diversamente, non lamentatevi se magari qualcosa non andrà per il verso giusto. Dunque, dicevamo: attrezzatura simile a quella del berlinese. Però lì in sump, tra skimmer e pompa di risalita, fa la sua comparsa il vero e proprio "cuore" del sistema Zeovit: il reattore di zeolite, che vedete nella prima e nella seconda foto a corredo di questo articolo. È qui che i batteri "mettono il turbo", insediandosi a meraviglia nella porosità della zeolite, grazie anche ai tre prodotti fondamentali del metodo messi a punto dal dottor Pohl: ZeoBak, Zeofood e Zeostart, che vedete nella terza foto, e anche nella quarta insieme alla zeolite e al carbone attivo, che come vedremo è anche lui fondamentale. ZeoBak, è una miscela di batteri; Zeofood e Zeostart, in estrema sintesi, sono il loro nutrimento a base di fonti di carbonio, mentre il reattore è la loro casa. Il motore pulsante di Zeovit è tutto qui: si dosano secondo le prescrizioni le giuste quantità dei tre prodotti e nel reattore di zeolite i batteri si insediano e si moltiplicano a dismisura.

OGNI ECCESSO SI PAGA CARO

Occhio però, non è tutto così facile. Si dà il caso infatti che il potenziale batterico scatenato nella zeolite sia davvero straordinario, il che significa che, se non si sta attenti e non si rispettano SCRUPOLOSAMENTE le dosi dei prodotti e il flusso d'acqua che attraversa il reattore, l'acqua si smagrisce di colpo e i coralli iniziano a tirare. Quindi, per non avere brutte sorprese, è il caso di prendere come oro colato le raccomandazioni che si trovano sulla guida ufficiale del metodo Zeovit: per una vasca di 400 litri bisogna utilizzare 1000 ml di zeolite, non uno di più, e la pompa del reattore va regolata in modo che il flusso sia di 400 litri orari al massimo. Per quanto riguarda le dosi di ZeoBak, Zeofood e Zeostart, attenersi ai relativi "bugiardini": per fare un esempio, di ZeoBak ne vanno messe 1-2 gocce per 100 litri un paio di volte la settimana, mentre per Zeostart la dose è 2 ml ogni 1000 litri! Parliamo di gocce e di ml, il che dà l'idea di quanto i prodotti siano concentrati: questo significa che qualsiasi sovradosaggio, anche solo di una goccia, potrebbe risultare pericoloso per la stabilità della vasca. Raccomandazione di Thomas Pohl: "Potete tranquillamente scordarvi di inserire i prodotti per uno o due giorni, o addirittura farvi una settimana di vacanza, per poi ricominciare a dosare normalmente. Ma mai e poi mai sovradosare, nemmeno di una goccia, con l'intento di recuperare i dosaggi mancati: creereste solo danni".

MATTINA E SERA UN BELLO "SCUOTIMENTO"

Ma torniamo adesso alla nostra zeolite contenuta nel reattore. Come abbiamo detto, è una fabbrica continua di batteri, i quali si insediano in ogni porosità, proliferando di continuo e arrivando quindi a "sovrappopolare" la zeolite, come se in un appartamento si affollassero sempre più persone. Ciò comporta che, come raccomandano alla KorallenZuch, il materiale vada sostituito in media ogni 6-8 settimane. Ma non è tutto: per la serie "non dedicatevi a Zeovit se non avete voglia di sbattervi", si dà il caso che, per il buon funzionamento della zeolite, sia necessario darle ogni giorno...un paio di scossoni. Proprio così: una o due volte al dì, mattina e sera, la zeolite va "agitata" muovendo su e giù per alcuni secondi l'apposito stantuffo di cui è dotato il reattore. Lo scopo è quello di staccare dai sassolini il film batterico che inevitabilmente si forma sulla loro superficie, diminuendone l'efficienza; e il bello è che parte di questa "melma" batterica, definita batterioplancton, che si libera con lo scuotimento, finisce in vasca attraverso la risalita, costituendo un ottimo cibo supplementare per i coralli.

I CORALLI VANNO BEN ALIMENTATI

A proposito di alimentazione dei nostri amati coralli, come dicevo in precedenza bisogna assolutamente fornirla e fornirla bene, visto il modo in cui la zeolite tende a smagrire la vasca. Tenendo quindi sotto controllo i valori di nitrati e fosfati, e osservando attentamente gli spolipamenti, dobbiamo provvedere a una dieta adeguata, altrimenti è quasi certo che alla lunga si avranno tiraggi. Zeovit a tal proposito offre una linea completa di alimenti e integratori per stimolare la colorazione, ma qua mi sento di dire che non è strettamente necessario usare proprio quelli. Se cioè siete abituati ad alimentare con prodotti di altre marche, fate pure, non succede niente. Per quanto mi riguarda, per esempio, uso saltuariamente il Coral Max e il Polip Roid, con la dovuta attenzione ai valori. Però, per chi ha scelto di seguire Zeovit, sappiate che il prodotto base dell'alimentazione è il concentratissimo ma efficace Pohl's Coral Vitalizer, che ha la non trascurabile qualità di non innalzare NO3 e PO4. Poi ci sono altri svariati prodotti, alcuni dei quali vedete nella quinta foto, anche per stimolare la colorazione, ma sarebbe davvero lunghissimo parlarne qui, rimando per la scelta e l'uso alla guida sul metodo Zeovit reperibile anche in italiano su internet (ottimi anche i vari forum sul sito Zeovit.com).

IL FASCINO DEL BIANCO E NERO

Perdonate il titolo bizzarro, non parliamo di film ma di sabbia e carbone attivo, cioè di due materiali che in acquariofilia marina sono sempre oggetto di discussione. Molti ricorderanno che nella mia "Guida al primo acquario marino" consigliavo di non mettere la sabbia nell'acquario marino, comunque non subito, a meno che non si tratti di un dsb. Sappiate che il metodo Zeovit, invece, la prevede subito: "Fin dall'inizio, disponete sul fondo uno strato di 2 o 3 cm di sabbia corallina o aragonite, non troppo fina", dice infatti il manuale. E la cosa interessante è che il dottor Pohl considera la sabbia una sorta di estensione della zeolite come substrato batterico: tant'è vero che anche la sabbia andrebbe smossa ogni giorno, usando la mano o una bacchetta, in modo da mettere in circolo quel batterioplancton che tanto piace ai coralli (guardate come spolipano quando dal substrato si innalzano quella "nebbiolina" di schifezze).

Quanto al carbone, anche lui è essenziale nel sistema Zeovit, in ragione di circa 100 ml ogni 100 litri, da sostituire una volta al mese: Due consigli: il primo è di usare un carbone di altissima qualità, anzi, possibilmente proprio il carbone della Korallenzucht che è uno dei migliori in assoluto; il secondo consiglio è di non usare il carbone in maniera "forzata", cioè per esempio in un letto fluido,perché risulterebbe troppo aggressivo, ma di lasciarlo in sump all'interno di una calza, in una zona di buona circolazione.

ALLESTIAMO INSIEME LA NOSTRA VASCA

Questa parte dell'articolo lo scrivo praticamente in presa diretta, perché proprio in questo periodo ho allestito una vasca Zeovit "integrale", seguendo cioè i loro consigli alla lettera, a cominciare da quello che suggerisce di inserire i primi coralli già dopo quattordici giorni dall'avvio.

E proprio così ho fatto. Dopo avere disposto le rocce (rigorosamente vive!) e lo strato di sabbia (aragonite della Korallen), ho avviato le pompe (quelle lunghe della Jebao, tipo Gyre per intenderci), lo skimmer (Deltec 600i), le lampade (due Hydra 32hd) a fotoperiodo pieno. L'aspetto all'inizio era quello della sesta foto. Poi c'è stato il classico ciclo algale, settima e ottava foto, anche se ridotto rispetto ad altri allestimenti. Ovviamente, seguendo il manuale Zeovit, ho dosato le quantità prescritte per l'avvio di ZeoBak e compagnia bella, che all'inizio sono più abbondanti come potete vedere nell'apposita guida della Korallenzuch. Dopo i fatidici 14 giorni a me, francamente, che sono della vecchia scuola, non convinceva il fatto di poter già inserire animali, ma ho dovuto ricredermi. I primi inquilini, grazie anche ai valori già buoni, sono tuttora in ottima forma, come potete vedere dalla foto numero nove, che mostra la vasca a cinque mesi dall'avvio.

A questo punto direi che abbiamo finito...ah, no, dimenticavo: fondamentali i cambi d'acqua con un buon sale, io cambio il 10 per cento ogni 15 giorni usando Tropic Marin Pro Reef. Ecco, adesso abbiamo davvero finito, ma tenete bene a mente quello che ho accennato all'inizio: se non avete tempo né voglia di dedicare alla vasca un quarto d'ora al giorno, se non avete voglia di star dietro a decine di boccettine blu e tantomeno di rispettare rigorosamente le dosi e i tempi di somministrazione, lasciare perdere perché è segno che Zeovit non fa per voi.

Metello Venè

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