STEFANO FERRIERI
SCorreva l'anno 1970 quando STEFANO FERRIERI, un quattordicenne di Milano, chiese ai genitori di poter riempire lo scaffale vuoto sotto al televisore di casa con un acquarietto di dieci litri per pesci rossi. Adesso, dopo mezzo secolo, Stefano si gode la pensione e la famiglia dopo una vita di lavoro nei supermercati, eppure quell'antica passionaccia non l'ha certo abbandonata: dai carassi, in tanti anni di acquariofilia è passato al classico acquario tropicale “fritto misto”, “nel quale i pesci mi morivano in continuazione”, poi ai ciclidi africani, poi ai ciclidi americani, e infine al tanto agognato marino. All'inizio il classico vascone per farsi le ossa, passando attraverso una miriade di errori; in seguito, quattro anni fa, la vasca che vedete in queste foto, che a buon diritto abbiamo deciso di eleggere “vasca del mese” di febbraio. Perché questa scelta? Perché di rado si vede un acquario marino che con poche, pochissime specie di coralli, offre un simile trionfo di vita e di colori. Guardare le foto per credere...
Allora Stefano, parlaci un po' di questa meraviglia.
“E' l'acquario in cui ho trasferito molti animali che avevo nel precedente, con un trasloco molto rapido e anche abbastanza rischioso: in tutto sarà durato mezza giornata, e praticamente non ho avuto nessuna perdita, né di pesci né di coralli. Misura 120 centimetri di lunghezza, 45 di larghezza e 60 di altezza, per un totale di circa 320 litri lordi”.
Che ci dici della tecnica?
“E' un berlinese puro, senza sabbia. Come pompe di movimento ho due Rossmont da 4500 l/h che funzionano alternate in superficie, più due Sicce da 3500 in basso, dietro la rocciata, sempre contrapposte. Lo skimmer è un Ultra Reef 160, mentre per l'illuminazione mi affido a quattro barre Easyled: due Deep Blue, una Marine Reef e una Marine Blue”.
Perché proprio Easyled? Non le usano in molti.
“Nella vasca precedente avevo tubi neon T5, però il fatto di doverli sostituire ogni sei mesi mi stressava, così quando uscirono le Easyled che avevano gli stessi attacchi volli provare. Mi trovai bene, e mi trovo bene anche adesso. Esaltano i colori in modo incredibile, secondo me”.
Per tenere stabile la triade invece che cosa usi?
“Metodo Balling, sistema Triton Core 7. Niente reattore, mi trovo bene così”.
Parliamo adesso dei tuoi animali.
“Con la vasca precedente, fino a quattro anni fa, avevo praticamente solo molli. Non mi azzardavo a tenere coralli duri perché sapevo che sono molto più delicati e non volevo delusioni. Poi un giorno sono andato in un grande negozio dell'hinterland milanese e non ho resistito. Montipore, Nobilis e altri sps non troppo delicati....Mi sono sbizzarrito, avrò speso duecento euro in una volta”.
Ed è andato tutto bene? Voglio dire, non hai avuto perdite?
“E' andato tutto bene. La foliosa rossa si è propagata a dismisura, e anche tutto il resto. Come vedi, nella mia vasca c'è anche molto blu, grazie alla spugna Collospongia che si è diffusa a meraviglia, formando bellissime “sculture”. Poi non mancano le Euphyllie, i Discosoma arancioni e tante altre chicche. Tutti coralli “facili”, ma anche ciò che è facile bisogna saperlo esaltare”.
Vedo anche pesci in ottima salute.
“Certo. La mia squadra ittica è composta da Flavescens, Xanturum, Centropyge bicolor, una coppia di percula, due chrysiptera, hexataenia, Ctenochaetus tominiensis. Più una coppia di gamberetti Lysmata amboinensis e un wundermanni”.
All'ora della pappa cosa somministri?
“Una volta al giorno Seaweed Extreme della Hikari, e due volte la settimana un cubetto di artemia liofilizzata. Ogni tanto, un po' di alga nori”.
E ai coralli cosa dai? Immagino che con quei colori avrai i tuoi segreti.
“Vuoi saperlo, il mio segreto per i coralli? Non somministro proprio nulla. Ho specie robuste che si accontentano e prosperano con tanta, naturale e salutare....cacca di pesce!”.